mercoledì 29 novembre 2006

polemica su "The sweetest dream" e INTERVISTA con Nemanja

16 novembre 2006.

Genova, Loggia della Mercanzia. Una piazza coperta, uno spazio pubblico della città gestito dall’Assessorato del Comune di Genova, dall’Accademia Ligustica delle Belle Arti e dal Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce. Nel corso della conferenza stampa di “Every revolution is a throw of dice”, l’assessore alla cultura Luca Borzani (DS) con un gravissimo atto censorio impone che sia tolto il lavoro di Nemanja Cvijanović altrimenti non avrebbe inaugurato la mostra. Alla richiesta dell’artista di un documento firmato che motivi questa censura a priori, limitando l’agire estetico seppure in un contesto pubblico, e all’eventualità che tale documento fosse distribuito con un volantinaggio durante l’opening, l’assessore rivede la sua posizione, si defila dall’inaugurazione e indignato annuncia la chiusura della Loggia come spazio espositivo. L’ennensimo pericoloso episodio di censura politica che colpisce “The sweetest dream”, un’altra pesante inferenza da una posizione di potere verso il mondo dell’arte dopo i fatti del Museion di Bolzano che avevano coinvolto GoldieChiari e la giunta di centro destra.

Qual’è il margine d’azione per un artista? In una situazione di pieno regime in che modo si può proibire la libertà di manifestare un disagio e un dissenso con la propria opera?
Ne abbiamo discusso con l’artista Nemanja Cvijanović


Elvira Vannini: Parliamo di “The sweetest dream”, perchè questo lavoro fa così discutere? Non è una semplice provocazione gratuita. L’apertura dell’Unione a una parte dell’Est Europa ei Balcani, la presa di posizione politica di un’artista e le vicende di un lavoro che scatena reazioni e dove non c’è spazio per la discussione: ogni confronto diventa conflitto.
Qual’è il significato di “The sweetest dream”?

Nemanja Cvijanović: Un unico aggettivo: l’informazione dovrebbe essere "libera"

"The Sweetest Dream" è una comunicazione costruita nel linguaggio di massa (ridotto, preciso e indirizzato), proprio come tutti messaggi della propaganda (politica o di marketing). I metodi oscuri della manipolazione propagandistica del regime attuale, come l' "appropriazione" di nomi, concetti, simboli, usanze, atti storici ecc., non sono che l'arma da usare contro il regime stesso. (questo metodo di sfruttare l’arma del nemico contro il nemico stesso l’ho appresa dai racconti di mio nonno Marko Cvijanović - combattente partigiano, comunista e antifascista). Forse proprio per questo motivo "The Sweetest Dream" non lascia mai indifferenti..... Alcuni non approvano il significato del messaggio, altri il metodo della comunicazione. Qual'è il significato di "The Sweetest Dream"? In che cosa si è trasformato il significato della EU? Unione geo-economica? Unione geo-politica? Unione privatizzata? Unione neo-collonialista? Unione delle dittature? Unione della guerra continua? Provate a concentrare tutti questi aspetti della realtà "europea", e constatare come si stia pian piano corrodendo la bellissima visione di uguaglianza e condivisione delle risorse continentali, in una unica immagine. Non è per nulla un compito facile. L'intenzione di "The Sweetest Dream" è di mettere in discussione l'orientamento che sta prendendo il vecchio-nuovo "impero" (sotto-impero o secondo impero) e di sottolineare alcuni paralleli con la storia europea non così lontana. Non credo che il concetto di costruzione dei "Centri di permanenza temporanea" per i cittadini immigrati (illegali perché così vuole il governo) sia così diversa dai campi di concentramento del "reich europeo hitleriano", mancherebbero soltanto le esecuzioni!?! All’epoca erano gli Zingari, gli Ebrei o i dissidenti politici del regime ad essere perseguitati – ora sono gli extracomunitari, i cittadini di “terzo grado” (quelli di “secondo grado” rispetto alla distribuzione della giustizia sono adesso i neocomunitari delle nuove province dell’Est). E se qualcuno si oppone - violenza e repressione. Credo che una delle più grandi utopie - la democrazia - sia ancora soltanto un’ombra sulla parete, nelle tenebre della grotta europea.



Elvira Vannini: Quello di Genova è l’ennesimo episodio di censura di questo lavoro. Ci racconti che cosa è avvenuto ogni volta che hai esposto “The sweetest dream”?

Nemanja Cvijanović: Ho esposto per la prima volta la bandiera in occasione di "Mars Pavillion" nel 2005. Una bellissima iniziativa organizzata in collaborazione con il collettivo Interno 3 di artisti e curatori, Andrea Morucchio, il Laboratorio Morion con Marco Baravalle e altri compagni del centro sociale veneziano, attivisti disobbedienti e artisti dell' ambito veneziano, accompagnati durante tutta l'occupazione e svolgimento del programma, da Radio Sherwood - Global radio. Nel periodo del vernissage della Biennale di Venezia, abbiamo occupato la vecchia serra (abbandonata da tempo) sita davanti all’entrata dei Giardini. Durante l'azione ho avuto un lungo e acceso dibattito con gli attivisti che non mi permettevano di esporre la bandiera, che a loro modo conferiva un “brutto timbro” all'intera iniziativa. Dopo alcune ore di discussione decidiamo insieme di lasciare “The Sweetest Dream” esposta. Andrea Morucchio - uno degli artisti-curatori riprese l’intera discussione facendo poi un opera (video) di questo materiale.
La seconda volta fu esposta all'interno del progetto public "Arcipelago"(2005) tra Gorizia e Nova Gorica (SLO) in una piazza davanti alla ex-stazione ferroviaria. Un vecchio partigiano sloveno dopo averla riconosciuta, la contesta e chiama la polizia. Durante la notte un cittadino comincia a dar il fuoco alla bandiera ma la guardia riesce a spegnerla. Il giorno dopo i sindaci dei due paesi convocano un assemblea straordinaria per decidere se continuare o meno a mostrare il lavoro. La Bandiera resta esposta. In seguito ho rilasciato un’intervista con la giornalista Katja Munih per il quotidiano sloveno Primorski Dnevnik, e per il telegiornale serale del primo programma sempre sloveno, riuscendo a far passare contestualmente la notizia del sequestro poliziesco dei computer personali di quattro leader del gruppo di compagni disobbedienti che nel 2004 sono riusciti ad entrare nel CTP vicino Gorizia.
La Terza volta di “The Sveetest Dream” doveva essere quest’anno a Londra. Sophie Hope, una delle curatrici del gruppo B+B, mi ha invitato a partecipare alla mostra "Unity and Dissonance in Europe / Reunion Project" alla The Space Gallery, con la bandiera, ma poco dopo, uno degli sponsor più importanti - il direttore dell’Austrian Cultural Forum London, Johannes Wimmer - decide di non sponsorizzare la mostra se la bandiera fosse esposta. Tra le varie ragioni, quest' anno l’Austria era portavoce della cultura europea. Le B+B decidono di non esporre la bandiera, ma tutto evento prende il nome di “The sweetwet Dream” ("The Sweetest Dream / Unity and Dissonance in Europe"), con la relativa spiegazione pubblicata nel volantino. In aprile del prossimo anno sarò di nuovo a Londra per registrare la discussione con Johannes Wimmer sul tema della censura nell’arte oggi. Mi piacerebbe approfondire il discorso invitando anche l' assessore della cultura genovese Luca Borzani a partecipare. Successivamente, in collaborazione tra B+B e l'Assessorato alla cultura della Città di Rijeka (Fiume), ne pubblicheremo gli atti.


Elvira Vannini: In che misura l’agire politico attraversa nella tua ricerca la dimensione estetica? Quanto la tue operazioni si avvicinano ai nuovi antagonismi, attaccano le geografie del potere e riflettono criticamente e polemicamente il sistema economico dominante?

Nemanja Cvijanović: La dimensione estetica che uso nel mio operare è solo un metodo attraverso il quale è possibile comunicare chiaramente, mi dispiace dire che ha un ruolo strumentale e insignificante perché l’arte per l’arte per me francamente non ha alcun senso. La così detta Arte è sempre esistita per tappare i buchi di una società marcia - poche volte ha avuto la forza di insistere nell’utopica intenzione di riuscire a cambiare la società. Guardando alla mia esperienza sono sicuro che ancora possiamo dare molto fastidio. In seguito a una personale rimossa dopo due giorni dall' inaugurazione a ErsteClub (il club della Erste Steiermarkische Bank di Rijeka, e dopo la reazione di Davor Mišković del giornale Novi LIst sulla rimozione della mostra, ho ricevuto una comunicazione di rabbia dall' agenzia del marketing della Erste Steiermarkische Bank (che era una delle piccole e insignificanti banche austriache prima di ingoiare una serie di banche dei paesi europei ex-socialisti che i politici locali hanno dichiarato artificiosamente in bancarotta per poter venderle) dove mi accusavano di aver provocato la perdita di 50/60 possibili nuovi clienti in quell' anno, secondo il loro calcolo. Ottimo!

Elvira Vannini: Mescolare tanti tipi di realtà e ridisegnare uno scenario geopolitico al di fuori degli standard imposti dal sistema della globalizzazione, una forma di resistenza seppure nell’ambito dell’estetico. Deleuze in un noto slogan affermava “la resistenza è creazione”, allora quanto il tuo lavoro può avere un ruolo e un’incisività reale anche al di fuori del mondo dell’arte?

Nemanja Cvijanović: Penso di averti già risposto precedentemente. Credo che tutti noi anche con le più piccole azioni possiamo sempre combattere e colpire le strutture del potere... Il Sistema dell' arte contemporanea si può attaccare soltanto dal dentro, visto che non siamo mai riusciti di costruire le unioni o un "Sindacato mondiale degli artisti" che potrebbe organizzare un sciopero generale degli artisti (proletari - operatori culturali) sfruttati dal sistema del arte (sarebbe tropo bello - oggi non vendiamo nulla!!! Ha, ha!). Devi entrarci, farci parte, sovvertirlo dall’interno, e usarlo come piattaforma per disseminare opinioni, dissenso e contestazione. Cercare di sfruttare tutte le possibilità e usare i buchi della società senza ma tapparli.


Elvira Vannini: Recentemente la tendenza policy activist è molto di moda soprattutto nell’opulenta società occidentale. Credi che quella che oramai si chiama “arte politica” e in genere l’interesse di molti artisti verso la realtà sociale e le sue contraddizioni, secondo te, nasce da una NECESSITA’ o sia piuttosto una tendenza costruita a tavolino dal sistema dell’arte?

Nemanja Cvijanović: Il Sistema dell' arte è diventato gigantesco e tende ad ingoiare tutto. Tutto ormai va bene. Si deve e si può vendere tutto. Bisogna soltanto star a vedere dove ci porterà questa “porcheria”. Sicuramente prima o poi esploderà! Io credo che non ci sia niente di più onesto che firmare una posizione. Dire: io la penso così. Poi se tante opinioni o visioni iniziano a coincidere potremmo iniziare a cambiare la realtà. Forse un tavolino c'è, ma non centra col sistema del arte e si chiama la "rete". Stiamo usando i soldi comuni per produrre gli eventi comuni - questo potrebbe essere un indirizzo!

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